Quarto appuntamento del ciclo La Biblioteca si racconta a cura di
Antonio D’Antino Settevendemmie.
“Ciak si gira. L’Eur al cinema. Storia dei film ambientati all’Eur.” Dai libri, giornali e riviste dell’epoca 1939-1980.
Dalla sua nascita come quartiere della Mostra del Regime fascista presso l’Esposizione Universale di Roma, meglio conosciuta come Eur, il quartiere dell’E42 ha subito un’evoluzione significativa nel corso del tempo, sia a livello strutturale che concettuale.
Attraversando periodi di guerra e saccheggi, ha visto svanire i sogni di grandezza dei suoi fondatori, Bottai e Mussolini, solo per risorgere negli anni ’50 come un quartiere nuovo, moderno e residenziale, diventando sede di istituti culturali sia pubblici che privati.
L’impulso sociale ed economico più significativo è arrivato con le Olimpiadi di Roma del 1960, che hanno accelerato la rinascita del quartiere in tutte le sue sfaccettature, ospitando numerose discipline olimpiche.
Ma il vero impatto dell’Eur nella nostra cultura proviene soprattutto dal mondo del cinema italiano e internazionale.
La sua essenza metafisica, caratterizzata da linee futuristiche che si intrecciano con il passato per abbracciare il moderno, plasmata dalle menti brillanti di architetti come Piacentini e Libera, si è trasformata istantaneamente nella vita cinematografica. Registi come Fellini e Antonioni, insieme ad altri successivi autori, hanno utilizzato le strade e le maestose statue dell’Eur come sfondo ideale per le loro opere.
Se il primo film a immortalare l’Eur, seppur brevemente, è stato l’iconico “Roma città aperta” del 1945, la scenografia del quartiere, ancora in fase di ricostruzione, si è rivelata perfetta per i successivi epici “Peplum”, ispirati al successo di “Ben Hur” e delle corse delle bighe.
E sullo stesso slancio, quasi una staffetta cinematografica, i registi della commedia all’italiana e d’autore presero in prestito la location dell’Eur per girare dei film esistenziali che ben si adattavano in quel nuovo ambiente surreale, tra spazi ampi, bianchi edifici di marmo e sculture metafisiche, lasciando allo sguardo dello spettatore un’immaginaria fotosintesi tra sogno e realtà.
Per Fellini, l’Eur era “come un teatro di prosa che può cambiare ogni giorno”, un luogo perfetto per dar vita alle sue visioni. Così, l’Eur non è stato solo un suggestivo sfondo cinematografico, ma un vero e proprio protagonista, capace di interagire con gli attori e di trasmettere emozioni umane, diventando a sua volta un personaggio vivente sul grande schermo.
Il format “La Biblioteca si racconta” è ideato e organizzato dal Servizio Valorizzazione del patrimonio documentario, in collaborazione con il Servizio Comunicazione ACS.