Terzo appuntamento del ciclo La Biblioteca si racconta a cura di Antonio D’Antino Settevendemmie.
Miss Italia: il ritorno alla vita dopo la guerra. Storia di un fenomeno di costume sociale dalle origini agli anni ’50.
Dalle riviste e foto dell’epoca.
Dalla fabbrica del sorriso a Miss Italia sembra trascorrere un lungo lasso di tempo, invece si tratta di pochi anni. Nel mentre, il mondo era cambiato, stravolto dalla guerra mondiale: l’Italia devastata e più povera, cercava di ricostruirsi materialmente e moralmente.
È qui che un semplice concorso di bellezza diventa un volano sociale per tutte le donne che provano a rinascere accarezzando un sogno di una vita finalmente libera e migliore della loro infanzia strappata dalle violenze di un conflitto.
Nel 1946, anno della prima Repubblica italiana, il nostro paese cerca di lavarsi il viso sporco di sangue e di fango per provare a rifarsi un nuovo aspetto specchiandosi nei volti e nei corpi delle prime aspiranti miss.
Il concorso affronterà divisioni non solo estetiche e morali ma anche politiche, divisivo sull’opportunità o meno della sua stessa esistenza tra partiti di destra e di sinistra, tra associazioni clericali e quelle protofemministe contrarie a Miss Italia.
Eppure saprà affrontarle con fierezza argomentando, oltre a fini turistici e produttivi necessari per la debole economia italiana del dopoguerra, con la convinzione che la nuova società che si stava formando passava anche per simili libertà sociali che il concorso assumeva nel paese e nel tempo.
Dal lontano 1939, data di nascita del concorso fotografico ”5000 lire per un sorriso” alla prima Miss Italia 1946, simbolo della bellezza italiana, l’immagine di un’Italia politica nuova, diversa faceva il giro del Mondo attraverso la stampa e la radio, raffigurando il suo nuovo volto sorridente, trasmettendo la certezza che l’Italia anche politica aveva archiviato il passato e guardava soltanto al futuro.
L’evento è organizzato dal Servizio Valorizzazione del patrimonio documentario e dal Servizio Comunicazione ACS.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria, entro lunedì 22 ore 15.30, scrivendo a: acs.urp@cultura.gov.it