Archivio Centrale dello Stato

1923-2023:100 anni di CNR

Il CNR, Centro Nazionale di Ricerche, viene istituito ed eretto ad Ente morale 100 anni fa, con il Regio Decreto n. 2895, promulgato da Vittorio Emanuele III il 18 novembre 1923, oggi conservato nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti dell’Archivio centrale dello Stato.

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Oltre a provvedere agli scopi indicati dall’articolo 1 del Decreto di istituzione, il CNR dal 1927, con il Regio decreto n.638 del 31 marzo viene incaricato di coordinare “le attività nazionali nei vari rami della scienza e delle sue applicazioni anche nell’interesse della economia generale del Paese e a tal fine mantenersi in contatto con i diversi Enti Stati per tutte le questioni relative alle ricerche scientifiche ed alle loro applicazioni pratiche”.

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La storia del CNR

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche nasce nel 1923 come ente morale di coordinamento e promozione della ricerca scientifica italiana e delle sue applicazioni, aderendo al Consiglio Internazionale delle Ricerche istituito a Bruxelles nel 1918. La sede è presso l’Accademia dei Lincei. Il primo Presidente è il fisico Vito Volterra che ricoprirà la carica dal 1923 al 1927 anno nel quale, a causa del fascismo, è costretto a dimettersi. Prenderà il suo posto Guglielmo Marconi, che resterà in carica fino alla morte. Con la legge speciale del 3 aprile 1933 n. 377 vengono stanziati i finanziamenti per la costruzione a Roma di un palazzo destinato unicamente al CNR, e tuttora sede del Consiglio, inaugurato il 20 novembre 1937, pochi mesi dopo la scomparsa di Marconi.

A guerra conclusa, nel 1945, con D.lg. 1 marzo 1945 n. 82, il CNR assume personalità giuridica e viene trasformato in organo dello Stato dipendente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ai sensi dell’art. 1, «promuove, coordina e disciplinala ricerca scientifica ai fini del progresso scientifico e tecnico; esercita la consulenza per ciò che attiene all’attività scientifico-tecnica dello Stato; provvede alla compilazione di norme tecniche di carattere generale; studia i problemi scientifico-tecnici inerenti alla ricostruzione del Paese». A tali fini, intrattiene rapporti con tutti i Ministeri, tra cui quello dell’Industria, dell’Agricoltura, dei Trasporti e, in particolar modo, quello dell’Istruzione e della Ricerca, dal quale attualmente dipende e alle cui facoltà universitarie si è affidato, a partire dal primo dopoguerra, per far rinascere la cultura nel nostro Paese. Tra i compiti del CNR rientrano, infatti, anche quelli di incoraggiare l’istituzione di laboratori scientifici, di sovvenzionare i centri di ricerca e gli studiosi, favorendo la partecipazione dell’Italia ai congressi e alle organizzazioni scientifiche internazionali. Si inizia, in tal modo, a formare quella che può essere definita ancora oggi la rete scientifica del CNR, ovvero un insieme di dipartimenti aventi compiti di programmazione e controllo, di istituti che svolgono le attività di ricerca e di personale addetto alla ricerca. Attualmente il CNR è costituto da 110 Istituti interni e 11 Dipartimenti, con sedi in tutta Italia, che, all’interno di quell’articolata rete scientifica, organizzano l’attività in un massimo di dodici aree di ricerca interdisciplinari.

Alcune delle tappe più importanti del CNR

Tra le tappe più importanti della storia istituzionale del CNR, si colloca il Decreto legge 30 gennaio 1999 n. 19, con il quale il Consiglio, durante la presidenza di Lucio Bianco, è diventato «ente nazionale di ricerca con competenza scientifica generale e istituti scientifici distribuiti sul territorio, che svolge attività di prioritario interesse per l’avanzamento della scienza e per il progresso del paese». In seguito, ai sensi del Decreto legge 4 giugno 2003 n. 127, il CNR è stato decretato «ente pubblico nazionale con il compito di svolgere, promuovere, diffondere, trasferire e valorizzare attività di ricerca nei principali settori di sviluppo delle conoscenze e delle loro applicazioni per lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico e sociale del Paese».

L’archivio CNR e i versamenti della documentazione all’ACS

La documentazione prodotta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche in un arco di tempo che va dal 1923 agli anni ’90 del XX secolo, è stata versata per una parte consistente, in diversi momenti, presso l’Archivio Centrale di Stato per un totale di circa 3600 faldoni. La trasformazione del CNR in ente di ricerca a carattere non strumentale, dotato di autonomia e potestà regolamentare e l’istituzione di una Sezione separata dell’Archivio storico del CNR ha posto la problematica del riordino e della valorizzazione condivisa (tra CNR e ACS) di un patrimonio documentario che rappresenta la fonte primaria per la ricostruzione storica dell’ente e delle vicende relative alla ricerca scientifica in Italia.

Tra la cospicua mole di documentazione conservata, sono presenti le carte della Commissione per la conservazione della natura che, dopo un lavoro di ordinamento, inventariazione e ricondizionamento, saranno a breve, proprio a ridosso del centenario CNR, consultabili da parte degli studiosi.

La storia

Nel 1949 fu istituita all’interno del CNR la Commissione per i parchi nazionali, «un organismo che avesse la forza istituzionale e scientifica per far sentire la propria voce in Parlamento», sotto la presidenza di Roberto Almagià, direttore dell’Istituto di geografia presso l’Università degli studi di Roma e direttore della Rivista geografica italiana di Firenze. Nel solco delle indicazioni scaturite dalla Conferenza scientifica delle Nazioni Unite per la conservazione e l’utilizzazione delle risorse naturali (New York, 17 agosto – 6 settembre 1949) volte all’elaborazione di un metodo efficace di studio dell’ecologia umana, fondata su una base scientifica, fin da subito la Commissione ritenne di estendere la sua competenza a tutto il complesso di problemi che interessavano la protezione della natura attraverso l’attuazione di un piano di realizzazione pratica di studi geologici, botanici, faunistici e di ecologia generale. Due anni dopo cambiò la propria denominazione in Commissione per la protezione della natura, con sede a Bologna presso il Laboratorio di zoologia applicata alla caccia. Ne fu promotore e presidente (fino alla morte nel 1970) Alessandro Ghigi, insigne zoologo. Gli successe Giuseppe Montalenti, biologo e genetista presso l’Università di Roma. La Commissione cessò le sue attività nel 1980. In seno alla Commissione sono nate nel tempo sottocommissioni e gruppi di studio che si occupavano in modo approfondito di varie tematiche legati all’ambiente. Tra le carte sono sedimentati i rapporti intercorsi tra la Commissione e le più diverse istituzioni ed enti pubblici e privati nazionali e internazionali, quali ministeri, regioni, università, comuni, comunità montane, sindacati e associazioni.

La Commissione, organo di studio e di consulenza scientifica e tecnica dello Stato, svolgeva attività di indagine, pubblicava elenchi di località da proteggere, formulava voti, mozioni, pareri, redigeva proposte di legge. È stato nell’ambito della Commissione che il presidente Ghigi ha avuto l’idea di promuovere il Libro bianco sulla natura in Italia, contributo dell’Italia all’anno europeo per la protezione della natura (1970), pubblicato nella collana «La ricerca scientifica» del CNR nel 1971 a cura di Longino Contoli e Salvatore Palladino. Una nuova elaborazione dell’opera, inno ante litteram alla biodiversità, fu deliberata nel 1980, sotto la presidenza Montalenti, a dieci anni di distanza della pubblicazione del primo Libro bianco.

Lettera di Giuseppe Montalenti a Ernesto Quagliariello, presidente del CNR

Esplicativa è la lettera di Giuseppe Montalenti a Ernesto Quagliariello, presidente del CNR, del 25 novembre del 1978 in cui si comunica che è stata deliberato dalla Commissione una nuova edizione del Libro bianco «allo scopo di offrire ai parlamentari, agli amministratori e all’opinione pubblica un quadro dello stato della natura e delle sue risorse in Italia agli inizi degli anni ‘80».

Struttura del volume allegata alla lettera.

 

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Un nucleo fotografico legato alla Mostra nazionale Italia da salvare (1967) è a corredo del Libro bianco.

Una foto del 1966 documenta l’inquinamento dell’aria a causa della combustione dei rifiuti.

 

 

La fotografia di Lerici (1966) documenta il caos edilizio sulle colline.

 

Lerici, 1966

La Commissione per la conservazione della natura – CCN

Si deve alla Commissione per la conservazione della natura l’istituzione, nel 1964, «di un premio annuale consistente in una medaglia d’oro del valore di 500.000 lire da attribuirsi a quel giornalista che abbia, nel corso dell’anno, maggiormente contribuito a valorizzare i problemi della conservazione del mondo naturale».

Relazione per gli anni 1969 e 1970

 

L’attività del CCN

Il lavoro sostanziale della Commissione è stato quello sulla individuazione, studio e protezione di vari biotopi delle varie regioni italiane. L’Indice Regionale dei Biotopi Italiani si basa sulle segnalazioni pervenute alla Commissione tramite un questionario per la raccolta dei dati sui biotopi da proteggere. L’elenco nazionale dei biotopi da proteggere venne presentato nella sua prima stesura all’inaugurazione per l’Italia dell’Annata Europea per la Conservazione della Natura nel 1970.

Carta dei biotopi d’Italia, 1971

Segue, alla Carta dei biotopi d’Italia, a cura di L. Contoli, S. Palladino, R. Sebastiani con la collaborazione della Società botanica italiana (Roma 1971), il Censimento dei biotopi di rilevante interesse vegetazionale meritevoli di conservazione in Italia. Frontespizio del volume II, II edizione (Camerino 1979)

Censimento dei biotopi di rilevante interesse vegetazionale, 1979

L’archivio CNR

Versato in una condizione di profondo disordine, il corpus documentario è attualmente articolato in 15 serie (bb.119). La parte sostanziale dell’archivio copre un arco cronologico compreso tra il 1950 e il 1980. Diverse le tipologie documentarie presenti: corrispondenza, appunti manoscritti, materiale a stampa di diverso tipo (opuscoli, riviste, periodici, libri); programmi di seminari, bozze, cartine geografiche, verbali, statuti ma anche documentazione contabile, fiscale, legale e fotografie.

Data:
17 Novembre 2023

Ultimo aggiornamento:
21 Dicembre 2023, 17:52