Archivio Centrale dello Stato

La Costituente e i lavori preparatori: verso il cammino per la Repubblica

«Onorevoli colleghi! – Liberata da un regime funesto di servitù, ritemprata dalle forze vive della resistenza e del nuovo ordine democratico, l’Italia ha ripreso il suo cammino di civiltà e si è costituita a Repubblica, sulle basi inscindibili della democrazia e del lavoro. La prima esigenza della Repubblica italiana è di darsi una costituzione.» M. Ruini, Assemblea Costituente, 6 febbraio 1947.

La Relazione del Presidente della Commissione Meuccio Ruini, datata 6 febbraio del 1947, presentava il Progetto di Costituzione della Repubblica Italiana, gettando le basi dell’instancabile lavoro che avrebbero affrontato i parlamentari nel redigere il corpus normativo in tempi veloci. Soprattutto, la Costituzione doveva essere ” breve, semplice e chiara; tale che tutto il popolo la possa comprendere”, come spiegato dallo stesso Ruini.

Nei 18 mesi di vita della Costituente, migliaia di messaggi di protesta, di approvazione, di denuncia e di richiesta erano giunti alla Presidenza, testimoniando il crescente e spontaneo affermarsi della sua autorità come Assemblea rappresentativa: un prezioso retaggio morale che avrebbe poi investito le future Camere legislative della Repubblica.

I lavori della Costituente avrebbero dovuto avere una durata di otto mesi, con una possibile proroga di non oltre quattro mesi. Il periodo di tempo partiva dalla prima seduta del 25 giugno 1946, e sarebbe terminato, quindi, il 24 febbraio 1947. Si fece uso della facoltà di proroga con legge costituzionale, che spostò la scadenza al 24 giugno del 1947. Tuttavia, il nuovo termine si rivelò comunque insufficiente e una nuova legge costituzionale approvata dalla stessa Assemblea Costituente, lo spostò ulteriormente al 31 dicembre 1947.

Dopo 347 sedute, delle quali 170 esclusivamente costituzionali, dei 1663 emendamenti presentati sui 140 articoli del progetto di Costituzione, ne vennero approvati 292 (314 respinti, 1057 ritirati od assorbiti).  1090 furono gli interventi discussi da 275 oratori, 44 appelli nominali e 109 scrutini segreti, 40 ordini del giorno votati, 828 schemi di provvedimenti legislativi trasmessi dal Governo all’esame delle Commissioni permanenti. 61 furono i disegni di legge deferiti all’Assemblea, 23 mozioni presentate (delle quali 7 svolte), 166 interpellanze (di cui 22 discusse), 1409 interrogazioni, delle quali 492 trattate in seduta, 2161 con domanda di risposta scritta, che furono soddisfatte per oltre tre quarti dai rispettivi Dicasteri. Così venne redatto il testo definitivo della Costituzione della Repubblica Italiana, che entrò in vigore il 1° gennaio del 1948.

Il testo normativo è articolato in titoli – “Disposizioni generali”, “Diritti e Doveri dei Cittadini” “Ordinamento della Repubblica” – che rappresentavano le partizioni del “Progetto di Costituzione”. Seguirono poi la discussione e l’approvazione in Aula il 22 dicembre del 1947.

«Onorevoli colleghi, con la seduta di poche ore fa il compito dell’Assemblea Costituente può dirsi adempiuto. Ecco il testo definitivo della Costituzione, che mi appresto a consegnare al Presidente dell’Assemblea.» Così il Presidente della Commissione per la Costituzione Meuccio Ruini, prendeva la parola nella Seduta antimeridiana dell’Assemblea Costituente del 22 dicembre 1947.

«La Costituzione postula, senza equivoci, le riforme che il popolo italiano, in composta fiducia»… «Mancare all’impegno sarebbe nello stesso tempo violare la Costituzione e compromettere, forse definitivamente, l’avvenire della Nazione italiana.»….«E noi stessi, onorevoli deputati, colleghi cari e fedeli di lunghe e degne fatiche, conclusa la nostra maggiore opera, dopo avere fatta la legge, diveniamone i più fedeli e rigidi servitori. (Approvazioni). Cittadini fra i cittadini, sia pure per breve tempo, traduciamo nelle nostre azioni, le maggiori e le più modeste, quegli ideali che, interpretando il voto delle larghe masse popolari e lavoratrici, abbiamo voluto incidere nella legge fondamentale della Repubblica. Con voi m’inchino reverente alla memoria di quelli che, cadendo nella lotta contro il fascismo e contro i tedeschi, pagarono per tutto il popolo italiano il tragico e generoso prezzo di sangue per la nostra libertà e per la nostra indipendenza (Vivissimi, generali applausi); con voi inneggio ai tempi nuovi cui, col nostro voto, abbiamo aperto la strada per un loro legittimo affermarsi.
Viva la Repubblica democratica italiana, libera, pacifica ed indipendente!»
(Vivissimi, generali, prolungati applausi — Si grida: Viva la Repubblica!)

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Le vicende politico-amministrative connesse con la nascita della Repubblica sono documentate da una serie di carte degli organi centrali dello Stato che sono oggi conservate nei fondi dell’Archivio centrale dello Stato. Si tratta di originali delle Leggi e Decreti, verbali del Consiglio dei Ministri, atti della Presidenza del Consiglio, verbali della Corte di Cassazione (chiamata a esaminare i ricorsi e a proclamare i risultati) e atti del Ministero dell’Interno, sempre impegnato nella notificazione al governo delle attività politiche e di propaganda e nel controllo dell’ordine pubblico e delle operazioni elettorali, che rappresentano il nucleo centrale della documentazione. Tuttavia, non mancano documenti provenienti da archivi privati (personali) di uomini politici, donati o depositati presso l’Archivio centrale dello Stato: in particolare, gli archivi Casati, La Malfa, Nenni, Orlando e Parri, che testimoniano l’eccezionalità che ricoprono queste carte per ricostruire tutto il contesto storico del periodo. Infine, tra la documentazione d’archivio che riguarda la questione istituzionale tra il 25 luglio 1943 e il 18 giugno 1946, è possibile rinvenire una serie di documenti fotografici e da materiali a stampa, che accompagnano e integrano le informazioni e sono spesso essenziali per collocare un fatto o un documento nel loro giusto contesto.

Alla ricostruzione storico-documentaria della questione istituzionale, che termina con la proclamazione dei risultati che sanciscono la vittoria della Repubblica, si può anche affiancare la documentazione relativa ai concorsi per la scelta del nuovo emblema, effettuati tra il novembre 1946 e il gennaio 1948, e approvato poi dall’Assemblea Costituente nella sua ultima riunione, che doveva tradurre sul piano simbolico il mutato ordine istituzionale.

 

La Costituzione fu approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, promulgata dal Capo provvisorio dello Stato il 27 dicembre 1947, pubblicata nella Gazz. Uff. 27 dicembre 1947, n. 298, ediz. straord., ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948. Vedi XVIII disp. trans. fin., comma primo. Gli originali della Costituzione, cioè quelle con le firme autografe dell’allora capo dello Stato, del presidente Terracini, del presidente De Gasperi e del Guardasigilli Grassi sono conservate nell’Archivio storico della Presidenza della Repubblica Italiana, nell’Archivio storico della Camera dei deputati e all’Archivio centrale dello Stato.

 

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Nel 2008, per i 60 anni della Costituzione, l’Archivio centrale dello Stato ha organizzato la mostra storico-documentaria dal titolo Repubblica e Costituzione (28 ottobre 2008 – 31 marzo 2009), un racconto per immagini, dove i documenti dell’archivio, le fotografie e i manifesti dell’epoca, hanno illustrato un periodo importante della storia del Paese, dalla caduta del fascismo il 25 luglio 1943, fino alla promulgazione della Costituzione Italiana del 1° gennaio 1948.

Il catalogo della mostra Repubblica e Costituzione, edito da Palombi, 2008, ripercorre, come un viaggio iniziatico, gli avvenimenti salienti che attraversano il nostro Paese: eventi tragici derivanti dal proseguimento della seconda guerra mondiale su due fronti, il governo del Sud e la Repubblica di Salò con la sanguinosa e divisiva guerra civile per arrivare alla fine del conflitto e alla nascita della Repubblica italiana. Il catalogo è consultabile presso la Biblioteca dell’Istituto.

Il volume è disponibile per la consultazione presso la Biblioteca dell’Istituto e online QUI

 

Data:
13 Dicembre 2024