Archivio Centrale dello Stato

La riscoperta di un patrimonio audiovisivo: il fondo USIS

La riscoperta di un patrimonio audiovisivo: il fondo USIS

Un cospicuo numero di bobine cinematografiche ritrovato negli anni ’80, risalenti al Governo militare alleato.
Il fondo cinematografico USIS (United States Information Service, Trieste (1941-1966, 827 tra DVD, VHS, BETACAM, pizze) è composto da 506 documentari, cinegiornali, film di fiction e di animazione prodotti in parte negli USA in parte in Italia a fini di propaganda e informazione. 

Il recupero di questo importante fondo si deve alla sensibilità archivistica di Ugo Cova, già direttore dal 1981 al 2003 dell’Archivio di Stato di Trieste, che, nel corso dei lavori della Commissione di sorveglianza sull’archivio del Commissariato del governo nella Regione Friuli-Venezia Giulia, soffermò la propria attenzione non solo sulle serie documentarie e fotografiche, ma anche su un cospicuo numero di bobine cinematografiche risalenti – secondo il rappresentante del Commissario di governo – al Governo militare alleato. Non disponendo all’epoca dei mezzi per garantire una adeguata conservazione e possibilità di fruizione del fondo, Cova informò Renato Grispo, all’epoca direttore generale degli Archivi di Stato, che autorizzò il versamento delle bobine all’Archivio di Stato di Trieste per poi trasferirle all’Archivio centrale dello Stato (ACS), cosa che avvenne il 12 febbraio 1987. Tuttavia, all’epoca anche l’ACS non disponeva di mezzi adatti per trattare e schedare materiali cinematografici e il prof. Mario Serio, all’epoca sovrintendente dell’ACS, firmò una collaborazione con l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico (AAMOD), al quale affidò il compito di esaminare i materiali, valutarne lo stato di conservazione e procedere alla schedatura di tutti i film.  

I filmati del Fondo USIS, conservati sia sui supporti originali, quasi tutti in pellicola positiva di 16 mm e 35 mm con supporto in acetil-cellulosa o acetato, con qualche raro caso di pellicola negativa e invertibile, sia su 120 cassette Betacam SP179, riguardavano 674 bobine trovate a Trieste, alcune delle quali relative a vari esemplari dello stesso film.

I 506 filmati comprendevano:
– 20 riguardanti specificamente Trieste, prodotti in parte dall’Ufficio spettacolo, Servizi stampa e informazioni del Commissariato generale del governo e del territorio di Trieste;
– 7 documentari del ciclo Panorami d’America. Serie di quadri, prodotti dalla Sezione estero (i Servizi d’Oltremare) dell’OWI oppure dall’USIS, tutti relativi alla società americana;
– 20 film di carattere strettamente didattico, prodotti dallo US Office of Education – Training film;
– 60 prodotti nell’ambito del Piano Marshall;
– 8 film di contenuto anticomunista;
–  5 film didattici;
– 6 film della serie Problemi e progressi della nuova Europa/Changing Face of Europe;
– 64 documentari prodotti per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
– 11 documentari prodotti dalla RAI, di cui 11 della serie Le inchieste del Telegiornale;
– 2 numeri della Settimana INCOM;
– 32 documentari dell’Istituto LUCE;
– 33 numeri della serie di cinegiornali Oggi e domani. Panorama di vita e lavoro della nuova Europa;
– 9 numeri della serie di cinegiornali Rassegna mensile d’Europa;
– una parte della produzione statunitense, esattamente 33 pellicole, costituita da cinegiornali di tre diverse serie: il Cinegiornale USA, Pagine americane, La rivista cinematografica

Nel dicembre 1991 l’AAMOD, completata la schedatura di tutte le pellicole, consegnò all’Archivio centrale dello Stato le bobine e i materiali elaborati. La schedatura di ogni filmato rilevava i dati inerenti le pellicole (data, regia, montaggio, fotografia, musica, produttore o ente committente, durata, bianco/nero o colore, sonoro, lingua), insieme ad un abstract del contenuto e l’indicazione di voci per indici o chiavi di ricerca (nomi geografici, persone, enti e cose notevoli). Dal gennaio del 1992, grazie alla revisione redazionale curata da Giulia Barrera e Giovanna Tosatti, all’epoca responsabile della Sezione audiovisivi dell’Archivio centrale dello Stato e al riversamento su supporti moderni come Betacam e VHS, questo patrimonio è stato reso fruibile in una versione più accessibile (v. inventario del fondo USIS, a cura di G. Barrera e G. Tosatti).

Dai primi anni del 2000, l’AAMOD ha adottato la piattaforma XDams per la descrizione archivistica e tra il 2002 e il 2004, grazie alla realizzazione delle schede su xDams Open Source (sviluppata interamente sul web, ideata e realizzata per il trattamento, la gestione e la fruizione integrata di archivi storici multimediali) di tutti i film del Fondo USIS, è stata possibile una migliore fruizione di tutte le informazioni relative allo stesso fondo.

Negli anni successivi alla digitalizzazione del Fondo, grazie alla rivoluzione digitale che ha investito anche gli archivi italiani, i filmati USIS, patrimonio audiovisivo di inestimabile valore storico, sono stati resi accessibili al grande pubblico attraverso il Canale YouTube.

Dal 2014 il patrimonio filmico dell’USIS è liberamente accessibile sul Canale YouTube dell’Archivio centrale dello Stato al link: https://www.youtube.com/canaleACS  

Dal 2018 è attivo un protocollo d’intesa tra l’ACS e l’Istituto Luce – Cinecittà s.r.l., con il quale l’Istituto Luce – Cinecittà s.r.l. si impegna a custodire in locali di loro proprietà idonei alla conservazione – in deposito permanente gratuito – i materiali audiovisivi di proprietà dell’ACS. (v. Accordo)

Data:
26 Settembre 2024