Archivio Centrale dello Stato

Canti e inni delle scuole e degli istituti educativi: dalle fanfare di pace alle marce di guerra.

Canti e inni delle scuole e degli istituti educativi: dalle fanfare di pace alle marce di guerra. Rassegna di documenti e spartiti musicali dalle carte della Real Casa (1901-1938), a cura di Simonetta Ceglie. Un percorso virtuale di canti corali intonati sui banchi di scuola dall’età giolittiana al fascismo, che ben testimoniano il trapasso dal mondo del libro Cuore a quello di «libro e moschetto», una Fanciullezza in marcia verso la guerra.

Il percorso virtuale proposto in occasione della Festa della musica 2021, presenta al pubblico alcune melodie semplici e piane che – come si legge sulla prefazione di Lettura musicale e canto nelle scuole elementari e normali di Italia, edito a Torino nel 1892 – avevano il fine di «recare diletto ai giovani studiosi, imprimendo ad un tempo nelle loro menti i concetti morali ed educativi, contenuti nelle parole». Basta scorrere le tematiche dei Canti educativi per le scuole elementari e normali, musicati da Antonio Arnò, insegnante di canto corale nella Scuola normale femminile pareggiata di Messina (1922), tra cui la Fanfara di pace utilizzata nel titolo di questa rassegna. I versi dei canti selezionati, dall’Inno dei bimbi dell’asilo infantile di Casaleone “Umberto di Savoia. Principe di Piemonte” (1908) all’inno eroico A Mameli, composto per gli alunni del Centro italiano d’Istruzione “Principe di Piemonte” di Rio de Janeiro nel 1912, ruotavano tutti sui medesimi temi: «Dio, un Re eroico in guerra – Patria – Famiglia – Dovere – Lavoro – Studio – Natura». Erano eseguiti in coro dagli allievi nelle solenni festività religiose e civili, in primis la Festa dello Statuto che cadeva la prima domenica di giugno, ed erano dedicati ai Reali Savoia, cui gli istituti scolastici o gli autori dei canti inviavano le copie omaggio rivenute tra le carte del Ministero della Real Casa, oggi conservate presso l’Archivio centrale dello Stato.

Fratelli d’Italia L’Italia s’è desta | Dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa | In Libia già nostra sul lido africano | Risorge fiorente l’Imperio Romano. Così si cantava nelle scuole italiane in Brasile, parafrasando l’inno di Mameli, per celebrare la rinascita dell’Impero dopo la conquista della Libia, l’eroismo, la forza della monarchia, le virtù della guerra e il sentimento patrio.

Tra i canti proposti alcuni fanno capo a istituzioni benefiche legate al mondo dell’educazione, quali la Scuola Samaritana di Roma per infermiere volontarie con sede al Collegio romano, fondata nel 1913, alle soglie della Grande Guerra, col fine di formare personale assistenziale per gli ospedali civili, militari e da campo, come risulta chiaro dai primi versi dell’inno SamaritanaVa con le bende bianche | Con l’ala pura intorno al bianco viso: | Porta all’anime stanche | Come un dono di gioia il tuo sorriso. In genere gli spartiti omaggio erano posti a corredo di istanze per «Real sussidi», nel caso specifico «per la istituzione di un ambulatorio, e possibilmente di un posto di pronto soccorso».

Al centro del percorso virtuale troviamo Il Canto dei piccoli ferrovieri di Vincenzo Di Donato su parole di Virginia Pincellotti Poce. Per giardino d’infanzia e scuole elementari, inno celebrativo del treno e del lavoro, in accordo con la retorica scolastica dell’epoca. Fu composto il primo gennaio 1920, per il coro dell’Opera di assistenza educativa per i figli dei ferrovieri, istituzione romana sorta l’anno precedente con le finalità di offrire servizi didattico-ricreativi ai fanciulli dei lavoratori di questo settore, tra i quali, appunto, corsi di canto corale. Il fondatore, il prof. Vittorino Di Camillo, già insegnante di liceo, aveva ottenuto gratuitamente «alcuni locali a pianterreno in fabbricati di proprietà delle Ferrovie dello Stato ove funzionano asili-giardini frequentati da figli di ferrovieri, nonché scuole di cucito e ricamo, scuole serali elementari e tecniche e palestre ginnastiche».

Il Canto dei piccoli ferrovieri, eseguito il 21 marzo del 1920 per la cerimonia di inaugurazione delle attività, alla presenza del senatore Luigi Luzzatti, del Ministro dei trasporti e del Sindaco di Roma, si ripropone alle nuove generazioni, intonato dagli alunni dell’Istituto comprensivo statale “Leonardo da Vinci di Roma”, accompagnati al pianoforte dal loro insegnante, il prof. Augusto Cecilia. Sarà il sottofondo musicale di questa rassegna.

Uno dei fiori all’occhiello della rassegna è l’Inno marcia dei ricreatori popolari italiani, con musica di Angelo Tonizzo e parole di Gioachino Rabbai, inviato degli autori il 29 dicembre 1901 «A Sua Eccellenza il Commissario Lambardini, Direttore della Real Casa per sincero e ossequioso omaggio».

O festivo ritrovo gradito, che dall’ozio ci tieni lontano | Quei che pronto non corre al tuo invito | Non è figlio d’Italia nel cor| Benedetto chi porge la mano | all’incauto che lambe i perigli | Chi raccoglie del popolo i figli | e li guida a virtute, ed onor.

Inno in lode del ricreatorio popolare, istituzione sussidiaria alla scuola popolare carattere cittadino che fiorì di preferenza presso i centri operai già alla metà dell’Ottocento su impulso dalle attività oratoriane di S. Giovanni Bosco. Il programma poneva al centro dell’istruzione gli esercizi ginnici, le attività manuali, le letture istruttive, la propaganda igienico-sanitaria. Con legge del 4 giugno 1911 i ricreatori (laici e cattolici) ebbero un riconoscimento ufficiale, rientrando nella rete delle associazioni assistenziali della scuola, dipendenti dai patronati scolastici, eretti in ente morale. Tali ricreatori, come molte istituzioni sussidiarie scolastiche, finirono assorbite dall’Opera Nazionale Balilla per l’assistenza e per l’educazione fisica e morale della gioventù (ONB), istituita come ente morale (legge del 3 aprile 1926) e sottoposta all’alta vigilanza del Capo del governo alle dipendenze del Ministero dell’educazione nazionale. E nel solco dell’Italia fascista si pongono gli inni presenti in questo percorso musicale, come risulta chiarissimo fin dal titolo. Il primo è uno spartito – Fanciullezza in marcia (Inno dell’Impero), musica di Leopoldo Petringa e versi di Leo Di Bernardo, – dedicato «A S.M. Vittorio Emanuele III Re d’Italia e Imperatore d’Etiopia»edito a Napoli nel 1938. L’altro – Itala Fede Gloria dell’Impero. Inni della Rivoluzione per tutti gl’Istituti d’Educazione. I Balilla, Le Giovani Italiane, Le Legioni – è una raccolta di musiche per canto e pianoforte di Natalizio Marotta di Palazzolo Acreide, insegnante in pensione. Son tutti canti dei «Baldi Lupetti, arditi soldatini» che «la Patria, ch’è una fervida passione, li vuole col moschetto e una canzone». Son tutti in marcia verso la guerra.

Schiere di piccoli, | Col patrio amor | La fiamma in core | pronti ad osare | Siamo le forze | del nuovo Impero | che Mussolini | volle crear

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Tutti i documenti della rassegna Canti e inni delle scuole e degli istituti educativi: dalle fanfare di pace alle marce di guerra appartengono al fondo Ministero della Real Casa, Divisione I, Segreteria Reale.
Per la digitalizzazione dei documenti del percorso virtuale si ringrazia il Servizio riproduzioni dell’Archivio centrale dello Stato diretto da Paolo Audino.

La riedizione del Canto dei piccoli ferrovieri è tratta da Il treno in musica. Melodie italiane 1860-1940, CD realizzato da Simonetta Ceglie per la mostra La “maravigliosa invenzione”. Strade ferrate nel Lazio (1846-1930), organizzata dall’Archivio di Stato di Roma (Palazzo della Sapienza 19 marzo- 5 maggio 2003). Il catalogo è pubblicato da Gangemi Editore («Rivista storica del Lazio», X (2002), quaderno n. 5)

Data:
22 Giugno 2021