Archivio Centrale dello Stato

Tra politica e produzione artistica: l’archivio privato di Pietro Bolzon donato all’Istituto

Tra politica e produzione artistica: l’archivio privato di Pietro Bolzon donato all’Istituto

L’Archivio centrale dello Stato ha ricevuto l’archivio privato di Pietro Bolzon, detto “Piero” (Genova, 24 novembre 1883 – Roma, 5 novembre 1945), giornalista, pittore, politico e senatore italiano.
La consistente donazione, raccolta in 18 scatoloni, consta di 126 fascicoli/pacchi, 8 album fotografici, 82 volumi di libri e fascicoli-numeri di riviste e le copie, in files pdf, dell’intera Raccolta del settimanale “L’Ardito”, in possesso del Bolzon (dal numero dell’11 maggio 1919 all’ultimo numero del 25 giugno 1921), che ne fu Direttore.
A questo materiale si aggiunge l’intera scansione delle bozze relative alla produzione artistica di Piero Bolzon (tra la fine dell’800 e il 1942) in disegni, guazze, oli e chine da lui realizzati in Italia, Francia e in Argentina.

Biografia

Pietro Bolzon si trasferisce adolescente a Roma dove frequenta il liceo Mamiani di Roma ed è compagno di classe di Antonio Muñoz e di Gabriellino, figlio di Gabriele D’Annunzio, al quale sarà legato negli anni successivi, per il comune sostegno all’impresa di Fiume. Da subito affianca la produzione artistica all’impegno politico: nel 1904, emigrato con la famiglia in Svizzera, viaggia tra il Belgio e Parigi per perfezionare lo stile pittorico, dedicandosi allo studio della decorazione e del paesaggio, secondo i dettami dello stile fiammingo e lavorando a fianco dei maggiori pittori, tra cui Alphonse Mucha. Parte alla volta dell’Argentina per occuparsi di giornalismo e arti applicate e diventa pittore cartellonista. Rimpatria perché chiamato alle armi: partecipa al primo conflitto mondiale, restando mutilato ed invalido ed è insignito di medaglia d’argento, di medaglia di bronzo al valor militare e di croce di guerra.
Congedato, aderisce all’ “Associazione Arditi d’Italia”, una specialità dell’arma di fanteria del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale e, nel novembre del 1919, ai Fasci di combattimento. Bolzon prende parte al movimento prefascista e fascista. Nel 1920 diventa direttore del giornale “L’Ardito” ed è parte della redazione di Roma Futurista, insieme a Marinetti. Nel 1922 è chiamato a Roma per reggere l’Ufficio Stampa del Pnf. Nel 1924 è candidato alla Camera dei deputati e, per incompatibilità, lascerà la carica di dirigente del Partito. Dal 1926 al 1928 è sottosegretario di Stato delle Colonie (ministro Luigi Federzoni).
Il 21 gennaio del 1929 viene nominato consigliere di Stato in attività concentrate prevalentemente su affari di ordinaria amministrazione.
Nominato senatore il 6 febbraio 1943, cessa dalla carica in seguito all’ordinanza dell’Alta corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo (art.2 del decreto legislativo luogotenenziale n. 159 del 27 luglio 1944). Nel 1943 aveva già rifiutato l’adesione alla Repubblica Sociale Italiana.
Grazie all’atto firmato dal presidente del Consiglio dei ministri, conformemente all’art. 2 del decreto luogotenenziale dell’11 ottobre 1944 n. 257, che lo aveva già collocato a riposo, Bolzon non viene perseguito dalla commissione per l’epurazione.

 

La documentazione è stata donata all’Archivio dall’erede Piet Jan Schutzman, insieme alla sintetica biografia dell’epoca (leggi QUI ).

Per saperne di più sulla vita di Pietro Bolzon vi invitiamo a consultare il contributo di Gabriella D’Agostini, contenuto ne “Il Consiglio di Stato nella storia d’Italia. Le biografie dei magistrati (1861 – 1948)”, a cura di Guido Melis, Tomo II, custodito dalla Biblioteca dell’ACS (Biblioteca ACS, coll. 10 M 3739.1 /2) . Clicca QUI 

 

Decorazioni

  1. Medaglia d’argento al valor militare.
  2. Medaglia di bronzo al valor militare.
  3. Croce di guerra.
  4. Medaglia d’oro della marcia di Roma.
  5. Medaglia della Campagna d’Italia con 4 stelle.
  6. Medaglia dell’Indipendenza.
  7. Medaglia di Libia.
  8. Medaglia Eritrea e Somalia.
  9. Croce di Cavaliere SS. Maurizio e Lazzaro.
  10. Commenda Corona d’Italia.
  11. Commenda Stella Coloniale.
  12. Commenda Isabella la Cattolica.
  13. Cavaliere di Gran Croce (Negus) dell’ordine del Leone di Etiopia.
  14. Placca di Mutilato -Due distintivi di ferite di Guerra – Croci della Prima e Terza Armata

Galleria

 

Opere

  1. Le Due Americhe (monografia) –  Buenos Aires, 1906.
  2. Pro Ferrero (saggio polemico) – Santa Fe, 1907.
  3. La Cetra Percossa (versi) – Buenos Aires, 1908.
  4. Decadencia de un utopia per la regeneración de una raza – Santa Fe, 1908.
  5. Espansione i Dispersione (Conferenza sul problema emigratorio) – Buenos Aires, 1911.
  6. El Arte de Augustin Querol (Ensayo estetico) – Buenos Aires, 1911.
  7. Fiamma Nera (Casa editrice de “L’Ardito”) – Milano, 1921.
  8. Roveto Ardente (Casa Ed. An. “La Voce”) – Firenze, 1923.
  9. Il Dado Gittato (Casa Ed. An. “La Voce”) – Firenze, 1923.
  10. Superando il Gorgo (Casa editrice “Imperia”) – Milano, 1924.
  11. Oltre il Muro e la Fossa (Casa editrice “La Periodica Lombarda”)- Milano, 1925.
  12. L’Elogio della Stirpe – Edizione privata del comune di Thiene, 1926.
  13. Nel Solco della Vittoria (Casa editrice “Alpes”) – Milano, 1926.
  14. Il Precursore (Conferenza su Francesco Crispi) – Sind. It. Arti Grafiche – Roma, 1927.
  15. Epopea Coloniale – Sind. It. Arti Grafiche – Roma, 1928.
  16. Commemorando Ugo Ferrandi – Sind. It. Arti Grafiche – Roma, 1928.
  17. Orifiamma (Libreria del Littorio) – Roma, 1928.
  18. Comandamenti

 

In foto immagini dall’Archivio Bolzon custodito in Istituto: dal fascicolo N° 6 alcuni manoscritti; dai fascicoli N°2 e N°32 le cartoline

Data:
2 Agosto 2023