La Rai (Radiotelevisione italiana) iniziò le trasmissioni televisive il 10 aprile 1954. Le origini dell’azienda sono però più antiche e risalgono al 1924, quando a Torino venne costituita la Unione radiofonica italiana, Uri (trasformata quattro anni dopo in Ente italiano per le audizioni radiofoniche, Eiar).
Nel 1944 la società assunse la denominazione Rai (Radio audizioni italiane, trasformata dieci anni dopo in Radiotelevisione italiana). Il nuovo mezzo di comunicazione riscosse un enorme successo per il Paese: gli abbonati passarono da 88.118 del 1954 a oltre 10 milioni dell’inizio degli anni Settanta. Ma l’impatto della televisione sulla società italiana fu molto più profondo di quello che suggeriscono questi numeri. La televisione, infatti, diede un apporto fondamentale alla costruzione degli italiani, alla modernizzazione del Pase, alla conoscenza reciproca degli abitanti delle diverse regioni della penisola, alla diffusione di un idioma comune arrivando a svolgere persino una vera e propria opera di alfabetizzazione. Il palinsesto televisivo cominciò a regolare i ritmi di vita degli italiani, che impararono a gestire i propri impegni in modo da non perdere la visione, dapprima collettiva data la povertà diffusa degli anni successivi alla guerra, di programmi come “Lascia o raddoppia?” o “Il Musichiere”.
La televisione di questo ventennio unì una funzione formativa e didascalica (rappresentata da trasmissioni di grande successo come “Non è mai troppo tardi” del 1960, “Una risposta per voi”, 1954 e “Telescuola” 1958, ma anche grandi inchieste giornalistiche come “Viaggio nel Sud” 1958, o i reportage di Zatterin e Salvi) a un ruolo di intrattenimento, di sicuro più simile a quello a cui sono abituati gli spettatori di oggi. A questa seconda categoria appartengono programmi che sono entrati a far parte del bagaglio culturale del Paese come “Un, due, Tre” (1954), “Il Festival di Sanremo” e “Lascia o Raddoppia?” (1955), “Carosello” (1957), “Canzonissima” (1958).
L’articolo, firmato da Francesca Polese, fa parte del volume “Copyright Italia – Brevetti/Marchi/Prodotti 1948-1970” editato dall’Archivio Centrale dello Stato per la mostra (24 marzo – 30 giugno 2011).
Di seguito alcuni documenti che testimoniano l’istituzione dell’Ente italiano per le Audizioni Radiofoniche (Regio decreto-legge 17 novembre 1927, n. 2207 e allegato), che nasce dalla trasformazione dell’Unione Radiofonica Italiana, fondata a Torino il 27 agosto 1924.
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Allegato al Regio decreto legge 17/11/1927 n. 2207
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Regio decreto 29 novembre 1927 n. 2526
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Il Radiocorriere è stato per 70 anni la rivista settimanale ufficiale della RAI (dal 1925 al 1995), divulgatrice delle informazioni sui palinsesti radiofonici e televisivi, una fonte esclusiva per la storiografia contemporanea non soltanto dei media. Di seguito la copertina e l’indice del settimanale 8-14 gennaio 1978.
Si comunicano di seguito i giorni e gli orari di apertura/chiusura osservati dall’Istituto durante il periodo natalizio:
Nei giorni 8-25-26 Dicembre e 1 e 6 Gennaio 2025 con la chiusura dell’Archivio, non saranno accessibili al pubblico la Sala di Studio, Sala Araldica e Raccolte Speciali, la Biblioteca e il Museo “Lo scrigno della Memoria”;
dal 24/12/2024 al 06/01/2025 la Sala di studio chiuderà al pubblico alle ore 14.00 e la distribuzione delle unità archivistiche sarà organizzata su n. 3 prese:
ore 9.45: massimo 3 pezzi;
ore 10.45: massimo 4 pezzi (per gli utenti con scaffale libero);
ore 12.30. massimo 3 pezzi.
dal 24/12/2024 al 06/01/2025 la Sala Araldica e Raccolte Speciali chiuderà al pubblico alle ore 14.00;
dal 24/12/2024 al 06/01/2025 Lo Scrigno della memoria resterà aperto nei giorni 24 e 31 Dicembre 2024 dalle ore 10.00 alle ore 12.00.
Attenzione CHIUSURA LO SCRIGNO DELLA MEMORIA
Si avvisa l’utenza che il prossimo mercoledì 19 marzo il museo dell’Archivio LO SCRIGNO DELLA MEMORIA, sarà chiuso al pubblico per motivi istituzionali.
Il museo riaprirà giovedì 20 marzo con i seguenti orari: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15,30 alle 17.00
Ci scusiamo per il disagio.
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